DIRITTO A VIVERE
- lafanzina
- 13 ott
- Tempo di lettura: 7 min
Aggiornamento: 14 ott
La Spezia, 22 settembre 2025 - CARLO
ORE 07.33
Mi sveglio e come ogni mattina prendo il telefono. Scrolling veloce di sessanta secondi.
IG stamani è monotematico: ‘’tutti a manifestare’’.
Oggi lo slogan BLOCCHIAMO TUTTO dilaga in tutta Italia. Da giorni, le manifestazioni contro il massacro che sta avvenendo a Gaza sono al centro di ogni comunicazione.
ORE 08.23
CARLO << Stamani non vengo in studio, sciopero dei treni e piove. Lavoro da casa.>>
Non so in quanti quel giorno sarebbero voluti andare a manifestare ma non hanno ‘’potuto’’.
Io mi rispondo che non ho voluto. La colpa, come al solito, si dà al lavoro. Devo lavorare.
Molte persone, però, il 22 settembre non hanno fatto come me. Ne sono felice.
Studiamo per anni e ne spendiamo altri inseguendo una posizione che ci piaccia, se siamo fortunati. La maggior parte delle persone, invece, impara a convivere con il lavoro che si è ritrovata a fare. È un dato di fatto, non puoi non lavorare.
Come paghi sennò il tuo tempo libero?
Il 22 settembre, però, una grande fetta di persone ha scelto di scioperare. Ha rinunciato alla retribuzione di una giornata per protestare in nome di un bene un po' più grande.
DIRITTO A VIVERE

ORE 11.46
CARLO <<Fino a che ora stai al corteo? >>
Sono al computer e cerco di consolarmi, pensando che riuscirò ad andare almeno al corteo delle 18.00 a Marina Di Carrara. Video e foto di masse di gente riunite con bandiere della Palestina intasano i social.
Napoli blocca la stazione. Bloccate alcune autostrade in toscana. A Milano scontri alla stazione centrale. E io sono qui al computer a finire un lavoro per la consegna.
‘’Lavora che devi pagarti il tempo libero’’
ORE 13.28
CARLO << Sei in qualche piazza?>>
Scrivo ad amici, magari pure loro sono a lavorare e mi sento meno in colpa.
EDOARDO << Sono a casa a organizzare e cercare di cominciare a lavorare…>>
L’auto assoluzione. Molte persone, io sono una tra quelle, lo fanno. Mi assolvo perchè anche altra gente ha fatto la mia stessa scelta. In verità, penso che questo ragionamento sia inconsciamente imposto dalla società in cui viviamo.
Abbiamo sentito spesso: che scioperi a fare?A cosa serve ormai manifestare? Sono i poteri forti a decidere.
Ne usciremo prima o poi da questi preconcetti. Come quando vai a votare e magari dai il tuo voto al partito che più conviene del tuo schieramento per non sprecarlo.
‘’Vuoi veramente votare loro che arrivano a malapena al 3%?’’
Se quel partito, o movimento, mi rappresenta realmente, allora sì. Dovremmo farlo. Senza pensare al voto utile.
Ma tornando alle manifestazioni: io sto lavorando, la gente è ancora in piazza.
Ma poi? Ci si fermerà qui?
Oggi si manifesta - alcuni, secondo me, ci vanno per non perdere l’occasione
di farsi dei selfie - ma poi torniamo alla solita routine.
Ringrazio quei gruppi che si mobilitano, organizzano e, tramite il loro impegno, incanalano le persone che, come me, spesso fanno poco in fatto di attivismo.

La Spezia, 25 settembre 2025 - GINEVRA
In questi giorni molte testate nazionali hanno dato l’importanza agli scontri di Milano. Sui canali social offese gratuite ai ‘’teppisti’’ che hanno sfasciato la stazione centrale.
La7 a OTTO E MEZZO: ‘’quegli idioti hanno dato pretesto al governo per minimizzare quello che accade a Gaza’’.
In queste manifestazioni pro-pace, far della violenza non è la risposta più azzeccata. Se guardo indietro nella storia, però, gli obiettivi e i diritti raggiunti non sono stati certo vinti solo sventolando delle bandiere.
Ma questa protesta, sebbene abbia basi politiche di fondo, ha lo scopo di avvicinare quante più persone possibile alla causa palestinese. Gli scontri, quindi, non aiutano a convincere le persone indecise, che per partito preso etichettano i manifestanti come comunisti, violenti o fancazzisti.
Le manifestazioni del 22 settembre in Italia sono state minimizzate dal governo, una scelta mediatica non apprezzata dagli organizzatori delle mobilitazioni, i quali sottolineano l’elevata partecipazione della popolazione italiana.
A La Spezia in questi giorni si discute molto della prossima apertura della fiera militare:
la SEAFUTURE.
ORE 17.53
GINEVRA << Fanno una presentazione di un progetto, sono qui per capire cosa fanno>>
CARLO << Sono in ritardo, come al solito il lavoro è andato per le lunghe. Ti raggiungo tra poco>>
GINEVRA <<Ti aspetto, forse ci raggiunge anche Serena>>
Mi trovo ad una presentazione di una residenza artistica che si terrà nel mese di ottobre in città. Questo progetto, con i partecipanti, affronterà molto l’argomento militare nel territorio. Oltre a questo viene introdotto il gruppo Riconvertiamo Seafuture e la loro iniziativa del prossimo presidio in concomitanza della fiera.
RICONVERTIAMO SEAFUTURE
Manifestazione 27 settembre
A La Spezia si parla da anni di rivalutare gli spazi inutilizzati dalla marina militare, trasformandoli in aree accessibili ai cittadini, e di riconvertire le fabbriche di armi. Ma niente di tutto questo rientra negli scopi primari delle amministrazioni, soprattutto ora che l’Europa, e di conseguenza il governo italiano, ha deciso di aumentare la spesa militare.

Negli ultimi anni, a La Spezia, sono stati presentati progetti per l’ampliamento della base navale con l’obiettivo di ospitare unità maggiori della Marina Militare e adeguarsi agli standard NATO.
Sono stati anche presentati progetti per percorsi turistici legati alle fortificazioni militari storiche.
Infine, per l’ex Caserma Mar.Di.Chi sono stati presentati progetti concreti, tra cui la creazione di uffici a uso pubblico-amministrativo.
L’indotto economico di La Spezia rimane molto legato alle scelte militari e portuali.
Le persone che non hanno alcun legame con questi ambienti hanno una maggiore libertà di scelta nel decidere se aderire o meno alle proteste contro il demilitarizzare la città. Ma chi ci lavora?
Solo Fincantieri impiega 800 persone nei suoi cantieri navali, concentrati soprattutto sul restauro di navi militari, sull’installazione di sistemi d’arma e su altre attività, diciamo, piuttosto scoppiettanti.
Il tema quindi è molto divisivo.
La gente deve lavorare, ‘’come paghi sennò il tuo tempo libero’’’?
ORE 20.17
GINEVRA << Carlo alla fine non è riuscito a venire. Mi piace e vorrei starci un po' insieme, ma anche sabato non verrà alla manifestazione. Tu Sere ci sei? >>
La Spezia, 27 settembre 2025 - SERENA
ORE 15.11
SERENA << Sta per partire il corteo, muoviti che il telefono prende male in mezzo alla gente>>
@BiancaBoriassi
Non è sempre facile decidere di partecipare a una manifestazione, e non sempre la protesta viene messa al primo posto. Chi organizza deve fare i conti con ‘il pubblico’. Gli over 40‑50, che partecipano sempre alle manifestazioni, sono la spina dorsale, una sicurezza. Ma i giovani? Sicuramente, un’apertura a livello scolastico sul tema aiuterebbe a chiarirsi le idee ma credo che, al momento, i social siano il vero motore trainante.
Il movimento BLOCCHIAMO TUTTO ha visto la partecipazione di molti giovani.
La guerra a Gaza — o, meglio, il genocidio che sta avvenendo lì — è il primo conflitto che le nuove e vecchie generazioni hanno seguito in ‘’diretta’’ sui social. La costante pubblicazione di immagini e distruzioni ha fatto sì che molti delle nuove generazioni si avvicinassero di più alla causa palestinese, protestando contro chi non faceva abbastanza — o nulla — per fermare la guerra, come i governi europei.
Un fatto analogo accadde durante la guerra in Vietnam, il primo conflitto ampiamente documentato dai mezzi di comunicazione moderni. Nel 1972, Nick Ut scattò la famosa fotografia della bambina che scappava da un attacco al napalm. Questa immagine divenne simbolo delle proteste contro l’intervento degli Stati Uniti in Vietnam.
Il cambio generazionale nelle proteste si è notato (o meglio, udito) dall’utilizzo della musica.
C’è stato un cambiamento nella musica portata tra i cortei. Siamo passati dal cantautorato di rappresentanza degli anni 70’- 80’, melodico, al genere Urban Tecnho. Colpi secchi di cassa bassa, crudi e forti, come cruda e più violenta è diventata la guerra oggi.
ORE 18.18
SERENA <<C’è un sacco di gente, il corteo finirà in piazza Chiodo. La chiameremo però piazza Palestina Libera per tutto il periodo del presidio. Porta la tenda che dormiamo qui>>
La Spezia, 1 ottobre 2025 - EDOARDO
ORE 20.15
EDOARDO << Dal presidio in piazza Palestina Libera (ex piazza Chiodo) stanno organizzando un corteo in sostegno all’abbordaggio della Global Sumund Flotilla. Il ritrovo è alle 21.00>>
Per strada la gente si allaccia al corteo. Da poche decine di persone del presidio in piazza Palestina Libera diventano qualche centinaia in nemmeno un’ora.
La gente urla. Fumogeni. La Polizia ci scorta e ad ogni cambio di direzione improvvisa della testa del corteo, la pattuglia serpeggia veloce tra le vie per raggiungere e continuare a scortarci.
Il traffico viene bloccato.
La Spezia, 2 ottobre 2025 - EDOARDO
ORE 19.42
EDOARDO << Ma lo sapevi che i celerini li chiamano PLAYMOBIL? Poi mi hanno detto che quelli della Digos, in borghese, stanno fissi a filmarci nel caso dovessero identificare le persone che fanno casino. Usano una telecamera ridicolissima su un monopiede. Io comunque te lo dico: mi sono innamorato>>
Ci troviamo in mezzo alle macchine bloccate. Le persone alla guida dopo un primo sbuffare poi iniziano ad applaudire, a fare foto, a sorridere.
Gruppi di ragazzi, coppie, vecchi e anche bambini passano da viale Amendola, fin nuovamente davanti l’ingresso dell’arsenale, bloccato da camionette e celerini con casco e scudo.
@Giacomo Francesconi
ORE 22.42
CARLO << Edo, ero in trasferta. Domani alle 09.00 c’è il corteo generale. L’Italia si mobilita nuovamente. Domani ci sono.>>
La Spezia, 3 ottobre 2025 - CARLO, GINEVRA, SERENA ed EDOARDO
BLOCCHIAMO TUTTO
SCIOPERO NAZIONALE
ORE 09.47
CARLO << C’è tanta gente, nessun disordine. Le persone aumentano sempre di più >>
Un fiume di gente attraversa la città. Mezzo chilometro di persone per strada in marcia verso piazza Verdi e poi viale Italia. Il corteo è così composto: in testa i veterani della CGIL, a seguire i ragazzi di Riconvertiamo Seafuture e poi il corteo studentesco.
Cori, abbracci, baci, megafoni. La gente lungo il marciapiede osserva la sfilata per Gaza. I turisti di passaggio ci guardano e qualcuno applaude pure. C’è chi, seduto al bar a fare colazione, posa il cappuccino, prende il telefono, fa una storia su Instagram o Tiktok e poi dà un morso alla brioche.
@GiacomoFrancesconi @BiancaBoriassi
ORE 11.45
GINEVRA << Vogliono arrivare allo svincolo autostradale di OTO MELARA e deviare
verso il porto >>
CARLO << Andiamo! >>
Il camion della CGIL si ferma su viale Italia in prossimità di piazza Europa.
Dicono ci siano circa diecimila persone in corteo. Per i sindacati finisce qui la manifestazione ma per i più giovani no, si va avanti verso via Giosuè Carducci fino allo snodo autostradale e il porto.
ORE 15.30
SERENA << Bello oggi, eravamo tanti >>
EDOARDO << Mi hanno detto che così tante persone non si vedevano da molto a Spezia>>
GINEVRA << I volontari del presidio stanno preparando il pranzo per tutti quelli che rimangono, poi verso le 18 fanno assemblea. Tu rimani?>>
CARLO << SI!>>
EDOARDO << Voi domani andate alla manifestazione di Roma?>>




















































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